Oltre mille gli accessi al Castello e diversi gli autobus giunti in città dalla Calabria e da Roma in concomitanza con le “Giornate d’Autunno” del FAI con possibilità quindi di fruire dell’ingresso gratuito ai musei e al Castello.
Un modo per passare qualche ora all’insegna della cultura, riscoprendo la storia della propria città.
A Milazzo a promuovere l’iniziativa, denominata “Culture d’Autunno” è stata la “Società milazzese di storia patria”. In collaborazione con altre associazioni e le guide turistiche.
Un percorso ha accompagnato i visitatori alla scoperta del grande spazio espositivo dove si trova “Siso”, il capodoglio ucciso dalla plastica, la cui storia è stata raccontata con precise finalità didattiche anche dall’associazione Muma, alla conoscenza del “Kuntastorie”, Nino Pracanica e dell’associazione Imago Vitae e, soprattutto sempre grazie alla stessa Società Milazzese di Storia Patria è stato possibile apprezzare sempre all’interno della cinta muraria, il plastico della Battaglia di Milazzo, realizzato da tre appassionati di storia che hanno impegnato il loro tempo libero e per quattro anni hanno ricostruito nei minimi dettagli una battaglia di cui poco si parla, ma che è stata importante per la città del Capo.
Pippo Pandolfo, Salvo Barresi, Edoardo Schepis hanno iniziato la costruzione del plastico acquistando con i propri mezzi tutto il materiale necessario e poi i personaggi, curando ogni dettaglio.
Un lavoro certosino i cui spunti sono stati forniti dal diario di Giuseppe Barca, un uomo che al tempo della battaglia viveva a Milazzo e riportò sul suo diario tutto ciò che avveniva ogni giorno e il cui testo si trova adesso conservato presso l’ex carcere femminile, sempre a Milazzo.
“Abbiamo creato il plastico qui all’interno di una delle stanze del Castello grazie alla disponibilità dell’amministrazione comunale – ha detto Pandolfo – e adesso speriamo che la teca a copertura della struttura venga apposta presto così come promesso, in modo da salvaguardare il lavoro di quattro anni”.
I visitatori hanno potuto apprezzare anche l’esposizione della sagrestia del Duomo Antico dei reperti archeologici che illustrano parte della vita quotidiana che i milazzesi trascorrevano nella città murata fino al 1700.
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