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Milazzo. Città in Declino Abbandonata dalla Politica (Quella Vera)



Milazzo: Crisi economica, disoccupazione giovanile alle stelle, raccolta rifiuti con continui problemi, grandi industrie che continuano ad inquinare senza controlli, parcheggi senza regole nel centro storico, sempre più negozi chiusi e tanto altro. Non ci facciamo mancare niente. 

Manca poco più di un anno e mezzo alle prossime amministrative e cari milazzesi siete veramente messi male, vediamo se riusciamo a rimediare ma la situazione è drammatica.

Certo, molte ragioni che hanno determinato l'attuale situazione vanno ricercate in dinamiche globali pressoché ingovernabili per qualunque amministrazione locale, ma, altresì, è comunque chiaro a tutti che nella “ governament ” cittadina qualcosa, dopo questi anni, non ha funzionato come avrebbe dovuto, moltiplicando gli effetti prodotti da vecchi e nuovi problemi. Per la città non fa sicuramente piacere masticare questo pane duro; ma è l’unico modo per far comprendere esattamente dove si trova la città oggi, con un candidato del Partito Democratico vincente dopo il ballottaggio nel giugno del 2015, facendo sgretolare il quel poco che era rimasto della bella Milazzo.



Qualsiasi tentativo volto ad analizzare e valutare l’attuale mandato di questa amministrazione non può che partire e finire qui, il contesto politico ed economico nel quale la giunta Formica è stata chiamata ad operare è stato sin dai primi momenti preoccupante.

È ancora troppo presto per discutere di candidature, manca ancora più di un anno e mezzo alle elezioni per il rinnovo degli organi comunali tuttavia, i pensieri che attanagliano gli elettori e addetti ai lavori sono molti. Iniziando dai partiti politici che potrebbero scomparire nelle prossime amministrative a Milazzo. Un PD che sembrerebbe non avere referenti validi e ne tanto meno simpatizzanti, dopo quest'ultima amministrazione "fallimentare" per la città mamertina. Sembrerebbe non di meno il centro destra con il partito di Silvio Berlusconi , "Forza Italia" che, dopo l'abbandono dello storico Alessio Andaloro sembra non avere referenti validi in città. Al contrario, sembrerebbe, la Lega di Matteo Salvini che, giorno dopo giorno guadagna consensi sia a livello nazionale che in città con new entry nei prossimi mesi.

Formica e tutto quello che rappresenta, esprime forse, una certa stanchezza per un ruolo che non fa sconti a nessuno ( vedesi recupero tributi e tasse locali ), benché meno ad una forza politica alla prima esperienza di governo che si misura con i problemi di una città difficile. Lo spazio nel quale si muove qualsiasi tentativo di analisi non può che essere angusto. Troppo tempo è passato per continue giustificazioni a riflessioni approfondite, ed ancor di più, di tempo ne è trascorso per non vedere prodursi gli eventuali effetti delle politiche promosse dalla giunta locale, con diversi assessori assenti ai reali problemi dei cittadini e commercianti.

La complessità dei problemi che deprimono da anni il territorio non permette soluzioni nell’immediato. Occorrerebbero, afferma qualcuno, almeno due mandati – dieci anni – per vedere quanto di buono o cattivo un’amministrazione ha saputo o non saputo fare.



Tuttavia, nel provare ad elaborare almeno una prima, seppur grezza, riflessione, possiamo guardare Milazzo da una prospettiva panoramica che elenchi temi ragionevolmente nutriti da una certa concretezza.

Ma prima di entrare nel merito di alcuni argomenti, c’è un punto sul quale è sensibilità cercare di esprimere un pensiero. All’indomani del ballottaggio del 2015, vinto da Giovanni Formica, non era prevedibile, che Milazzo diventasse una delle “ piazze ” nelle quali si sarebbero riversate le polemiche più aspre sull'operato di chi ha promesso tanto durante la propria campagna elettorale, distinta tra l'altro con la parola "SEMPLICE" invece semplice non lo era.

Da questo punto di vista gli ultimi anni non hanno sicuramente giovato a Milazzo, che più di una volta è stata luogo ed oggetto di scontri e conflitti lontani dai veri bisogni della città, nel nome di una logica politica, tutta milazzese, che non si ferma nemmeno davanti alle drammaticità di un territorio dove la crisi ha colpito duro, innescando meccanismi di angosce e sofferenze sociali che minano alla base la vita e la serenità di una comunità. 

Milazzo, “vista dall’alto”, assomiglia ad un giovane talentuoso calciatore che ancora non ha trovato l’allenatore capace di farlo emergere.

Semplicemente i milazzesi vorrebbero, tra i tanti problemi, trovare un'azienda valida che eroga servizi per la gestione dei rifiuti, ad oggi, sono tante le ditte provate ma sempre con tante difficoltà lasciando puntualmente strade piene di immondizia e cittadini disinformati. Risolvere questo problema sarebbe, indubbiamente, un mezzo miracolo.

A Milazzo manca sicuramente, una moderata riorganizzazione del trasporto pubblico locale, come i mancati collegamenti dalla stazione ferroviaria al centro cittadino, e del sistema di Bike Sharing ( tanto discusso). Ma ci vorrebbe anche il recupero e la valorizzazione di spazi in ambito culturale – turistico che, stando ai progetti presentati, non sembra interessare molto a chi amministra la città, visto il centro storico, abbandonato per troppo tempo a se stesso.

Tra le innumerevoli questioni che non hanno trovato soluzione, c'è ad esempio la splendida struttura del PalaDiana un tempo salotto buono della città, situato sul Lungomare Levante, proprio di fronte al palazzo comunale e che oggi accoglie forse qualche gatto e le ombre dei bei ricordi andati; la mancata attenzione per le zone periferiche ( tanta discussa ) che invece richiedono urgenti progettualità volte a debellare sacche crescenti di degrado ed insicurezza sociale; le politiche d’innovazione tecnologica che sembrano essersi fermate, forse mai partite, una mancata partenza confermata dall'inesistenza,  nel 2018, di un servizio wi-fi, e soprattutto la partecipazione e l’ascolto come modello di governo delle questioni.

Tuttavia, la partita più importante potrebbe essere quella che ancora non si è mai giocata seriamente in questa città, e riguarda gli ingenti finanziamenti che potrebbero arrivare a Milazzo che andrebbero ad importanti progettualità, fondamentali per il rilancio economico del territorio. Sarebbe un passaggio straordinariamente rilevante, non tanto per chi governa o governerebbe la città, ma soprattutto per i milazzesi, perché questi interventi, almeno in termini di risorse pubbliche impegnate, avrebbero la potenzialità di cambiare veramente il destino di questo territorio sprofondato in una crisi economica confermata dalla continua chiusura di negozi e dai tanti giovani costretti a partire perché da anni disoccupati.

Il Partito Democratico governa Milazzo da circa tre anni. Il sindaco Formica si è messo sulle spalle una città che nel 2015 barcollava pericolosamente sull’argine di un baratro, però, con tutto il sistema locale e non solo, schierato a favore della novità rappresentata dalla sua candidatura. Al netto della campagna propagandistica “è tutta colpa di Formica”, si può dire che questa porzione di mandato amministrativo sia di gran lunga lontano dalla sufficienza.

A Milazzo il clima non è dei migliori: perché?
Intanto il perdurare della crisi economica sta mettendo a dura prova gli animi di molti milazzesi, popolo sempre pronto a sdrammatizzare con una battuta ma che ultimamente scherza e sorride sempre meno.

Pesa anche il continuo scontro politico – istituzionale: non ultimo quello inspiegabile tra il Sindaco ed il Presidente del Consiglio Comunale. E cosa ancor più evidente, che non aiuta sicuramente, è la radicalizzazione del dibattito tra gli elettori. Basta leggere alcuni commenti sui siti dei quotidiani locali per cogliere la portata della contrapposizione in atto.



Su questo la colpa è tutta della politica locale, tutta, complessivamente intesa, che non ha compreso fino in fondo la fase di profondo cambiamento che sta attraversando l’elettorato. Occorreva, la speranza è ultima a morire, una politica di riappacificazione, almeno per questi “ tempi difficili ” e solo con l’obiettivo di riportare in città la giusta sana dialettica. Ma invece le parti sono troppo lontane tra di loro, entrambe occupate ad assolvere un ruolo che risente molto delle dinamiche regionali. Forse, un giorno, capiranno che questa modalità apre spazi che in politica altri andranno a riempire.

Se parlando dei risultati la giunta Formica complessivamente sia deludente da diversi punti di vista. Anche la formazione della classe dirigente rimane un nodo ancora irrisolto anche per questa amministrazione, perché costruire il futuro vuol dire conoscere ed immergersi nella realtà del territorio, capirne ogni singola sfaccettatura e con essa individuare punti di convergenza. Resta valida l’ovvietà secondo la quale “ è più difficile costruire un ponte che distruggerlo ”.

E poi c’è l’elettore, forse un passo avanti alla politica. In questo caso non esiste sondaggio che tenga. Stiamo parlando, utilizzando e modificando una definizione di Zigmunt Bauman, dello “sciame inquieto dell’elettore” che in gran parte vaga disilluso tra gli scaffali della politica, pronto ad acquistare un prodotto per poi sostituirlo, con un altro, un attimo dopo.

È un elettore in continua metamorfosi, che non da più certezze alla politica, ma quando si parla di lavoro che non c’è, di mutui che non si sa più come onorare, e di una vita che offre solo precariato, è ciò che di meglio possiamo sperare che accada.

Concludendo, il fallimento dell'attuale gestione di centro sinistra a Milazzo potrebbe confermare che, nelle prossime amministrative, una coalizione di centro destra formata da "Lega", "Fratelli d'Italia" e "Forza Italia" potrebbe avere i numeri giusti per vincere a primo turno senza arrivare al ballottaggio. Tutto da vedere cosa accadrà nei prossimi mesi, con gli eventuali accordi tra i presunti candidati.  

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