Comunicato ALSA

La lotta contro l’inceneritore del Mela prevede un lungo percorso, talvolta costellato di insidie, torti, problemi e incidenti di percorso che sarebbe meglio non esistessero. Ma se la realtà ti impone questo scenario, hai poco da fare: devi agire e ribadire quanto predicato sino a questo
momento.

L’Associazione Luciese per la Salute e l’Ambiente non nasconde di aver avvertito un sentimento di sorpresa alla notizia della revoca del Referendum Consultivo nei comuni di Santa Lucia del Mela, Condrò e San Pier Niceto. Alla luce di quanto stabilito qualche settimana prima di quest’ultimo
annuncio, quando sei sindaci della zona mamertina si erano riuniti per coordinarsi sull’istituzione di tale referendum, pensavamo di aver raggiunto uno step fondamentale nel percorso lungo e tortuoso a cui inizialmente facevamo riferimento. 

Non è nostra intenzione entrare nel merito delle scelte delle Amministrazioni Comunali sopramenzionate. Riteniamo che il confronto e l’azione tra le parti debbano essere simultanee
nella loro attuazione affinchè possano avere una valenza ai fini della concretezza. 

Le motivazioni a supporto della tesi dei comuni rinunciatari sono assolutamente credibili e giustificabili nell’ottica di un atto politico ben programmato e funzionale alle esigenze del
territorio. Nel documento inviato ai portatori di interesse infatti, si sottolinea come l’ambiguità del quesito referendario proposto dal Comune di San Filippo del Mela e la questione relativa al quorum imposto possa supporre un rischio non indifferente all’esito dello stesso Referendum. Su questo non possiamo che concordare, forti del fatto che in un quesito referendario per l’occasione, non si possono omettere le parole di “incenerimento” o “coincenerimento”, a favore della dizione ad hoc “valorizzazione energetica”, molto fuorviante e lontanissima da ciò che è la realtà dei fatti.

L’associazione Alsa ritiene ancora però che la via del Referendum Consultivo sia la regina tra le scelte democratiche che la classe politica può riservare per una società civile e democratica qual è la nostra. Non possiamo quindi che farci forti e speranzosi dell’espressione di “riserva” che questi comuni rinunciatari hanno sottolineato, esortandoli a riaprire il tavolo delle trattative in modo
tempestivo con il resto degli amministratori locali per risolvere le controversie legate al caso e tornare sui propri passi, dando quindi prova di credibilità a fronte degli impegni inizialmente assunti.

È tutta una questione di compartecipazione e unione di intenti nella lotta contro questa minaccia per la Valle del Mela: sia sul piano politico che sul piano sociale. Crediamo che il Referendum possa essere un’occasione da non perdere affinchè i comuni del comprensorio possano collegarsi  in una rete che li porti dritti verso un comune obiettivo, in modo organico e non individuale. Il referendum potrebbe essere l’occasione affinchè la popolazione venga a conoscenza del grosso rischio che corre questa nostra zona martoriata, attraverso una capillare campagna informativa
che questa associazione ha già iniziato, con risultati lusinghieri, in tempi non sospetti, organizzando incontri e tavoli informativi in ogni contrada del comune di Santa Lucia del Mela, consapevoli che l’esito della lotta passa attraverso le parole “consapevolezza” e “informazione”. 

Parole che non devono essere predicate solo nei comuni ricadenti nell’area AERCA, bensì nei comuni dell’intero comprensorio, consci che l’inquinamento (nella fattispecie da CSS) non interessi solo tali comuni ma tutta una zona in cui vivono decine di migliaia di persone.  Vi è una mera ragione politica dietro il sostegno al referendum. Diversi consigli comunali si sono già espressi sul tema votando la netta contrarierà al CSS nella CTE Edipower. Di questo non
possiamo che essere felici e soddisfatti. Avremmo auspicato la successiva emanazione delle delibere di Giunta e soprattutto delle Ordinanze Sindacali sulla scia di alcuni comuni virtuosi, quale quello di Civitavecchia, che ha emesso il divieto di trasporto, lavorazione e incenerimento del CSS e derivati su tutto il territorio comunale. Sul punto si attendono delle risposte adeguatamente esaurienti.

Restiamo fermi sull’idea che un secco NO di migliaia di cittadini della Valle del Mela abbia molto più peso delle delibere dei consigli comunali che, ricordiamo, sono un’espressione di volontà, considerando che l’unico parere autorevole in questo procedimento è quello del Comune di San Filippo del Mela. La volontà dei cittadini, espressa attraverso il referendum, assumerebbe un peso politico non indifferente, che andrebbe direttamente a pesare sulla scrivania del Presidente Crocetta o ancora meglio del Presidente Renzi, soprattutto in vista delle prossime elezioni
regionali alle quali non possiamo restare indifferenti.

È una lotta da combattere sino all’ultimo minuto, in un percorso in cui non si può prescindere dalla presenza di uno o l’altro soggetto protagonista. Bisogna sempre far riferimento alla data del 27 Settembre 2015, quando 3000 persone sfilarono per le vie di Archi a far sentire la propria voce. In testa al corteo, vi erano alcuni sindaci del Comprensorio, a supporto dei propri concittadini. 

Vorremmo che questo supporto si concretizzasse in un vero e proprio fronte dei sindaci, comune e indissolubile, di fronte a cavilli e vizi maliziosamente presenti negli atti. La velocità d’azione dipende forse anche dalla determinazione: ci aspettiamo quindi una risposta all’altezza dell’importanza della questione.

Come ben noto, questa Associazione, che si caratterizza per essere totalmente apolitica e apartitica, rimane disponibile ad attuare forme di collaborazione condivise con chiunque
(amministrazioni, associazioni, singoli cittadini) abbia realmente a cuore il problema ambientale e nello specifico i danni alla salute derivanti dalla riconversione a CSS degli impianti della CTE Edipower di San Filippo del Mela.

Associazione Luciese per la Salute e l’Ambiente