“In data 22 ottobre 2015 nella sala Giunta del Comune di San Filippo del Mela, alle ore 19.00, si riuniscono Amministratori locali [1] ed esponenti delle associazioni ambientaliste. Argomento dell’incontro è “Riconversione dell’ex-centrale Edipower di San filippo del Mela a CSS, contrarietà, indizione di un referendum sovracomunale ”
Bastano queste poche parole per sancire che stasera, 22 ottobre, si è consumata un’occasione storica. Come riporta il documento citato sopra, sei sindaci (o loro sostituti) dei comuni parte dell’Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale (AERCA), istituita con decreto del governo regionale nel 2002, si sono accordati formalmente per indire un referendum contro il mega-inceneritore da 517 mila tonnellate, uno dei più grandi d’Europa.
Una sola nota stonata disturba questa bella pagina di democrazia. Il rifiuto del comune Milazzo di seguire la strada intrapresa degli altri comuni verso la consultazione. I rappresentanti della giunta mamertina si sono riservati la facoltà di decidere nei prossimi giorni. I problemi sollevati sono di due ordini, politico ed economico, ma permettono diverse soluzioni e analisi, come evidenziato in un precedente articolo.
L’accordo, siglato dai comuni (vedi foto sotto), prevede che entro la prima decade di novembre i consigli comunali modifichino, ove necessario, i propri regolamenti e adottino il quesito referendario, che si è stabilito sia uguale per tutti i comuni. Inoltre si voterà in tutti i comuni lo stesso giorno.
Il valore dell’accordo eccede abbondantemente il suo contenuto esplicito. L’indizione del referendum comunale è nelle intenzioni dei firmatari solo il primo passo verso una gestione condivisa e coordinata del polo industriale di Milazzo-Valle del Mela, come del suo impatto sulla vita delle donne e uomini di questo territorio. Non è più possibile tollerare asimmetrie decisionali tra i comuni investiti dai mefitici effetti delle grandi industrie. I comuni e i cittadini del comprensorio devono avere eguale capacità di incidere sulla gestione del polo industriale. Tutti sono uguali di fronte ai veleni e alle malattie, pertanto tutti devono avere la medesima capacità di difendersi dalle contaminazioni, quantomeno nell’eguaglianza sostanziale delle istituzioni loro più prossime.
L’inquinamento, si sa, non osserva i confini amministrativi. Né quelli dei comuni né quelli delle aree AERCA. Questa non include moltissimi dei comuni che invece subirebbero ugualmente gli effetti nefasti del mega-inceneritore. Chiediamo dunque che il gruppo dei referendari includa tutti i comuni del comprensorio, specialmente quelli che hanno già deliberato contro il progetto di riconversione.
Il referendum è una potentissima arma politica, un efficace strumento di “ricatto elettorale. È una leva che ci permette di amplificare il peso di tutti quei no, che in migliaia sfilavano per le vie di Archi lo scorso 27 settembre. Chissà se Renzi o Crocetta continueranno a volerci calare dall’alto il mega-inceneritore con diverse decine di migliaia di voti contrari, a meno di un anno dalle elezioni regionali…
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[1] I comuni firmatari sono: San Filippo del Mela, Gualtieri Sicaminò, Condrò, Pace del Mela, Santa Lucia del Mela, Milazzo, San Pier Niceto. Tutti tranne Milazzo hanno concordato di indire il referendum sul progetto di riconversione; il comune mamertino si è riservato di decidere nei prossimi giorni. Cofirmatari sono l’associazione Zero Waste e il Comitato No Inceneritore del Mela
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