Arte alla Notte Rosa di Milazzo con la Mostra di Santi Cautela
25.7.15
ARTE | Alla Notte Rosa di Milazzo la mostra pittorico-poetica di Santi Cautela Grande successo per la Notte Rosa 2015, tra i tanti artisti che hanno esposto i loro quadri ispirati alle donne, anche Santi Cautela. Il suo è un percorso filosofico tra poesia e pittura ad olio per la mostra dal titolo "Dalle onde alle donne: Elogio di una Sirena" che per l'occasione - tutta al femminile - ha esposto al Monastero delle Benedettine 4 tele e 4 poesie. Di seguito alcune foto e la sinossi del "requiem omerico". Era il 1947 quando Theodor Adorno e Max Horkheimer pubblicavano l’opera più importante della Scuola di Francoforte: la Dialettica dell’Illuminismo. Una critica filosofica alla ragione illuminista, la quale avrebbe dovuto portare, attraverso la scienza e la tecnica, una organizzazione migliore dei processi sociali. E invece fu una vera “gabbia d’acciaio” come la definì il sociologo Max Weber, che ha reso l’uomo moderno schiavo della scienza, dei propri meccanismi, portandolo all’autoconservazione e quindi all’autodistruzione, negando sé stesso e i propri desideri. L’immagine più importante dell’opera è proprio legata a Ulisse che, per superare il passo delle sirene, tappa le orecchie ai suoi marinai mentre lui, si lega all’albero della sua nave. Il “capo” e i suoi lavoratori, determinati ad andare avanti in quel processo meccanico, annientano il proprio piacere, credendo di poterlo dominare, quando in realtà si tratterebbe dell’ennesima illusione di un uomo in grado di poter controllare la Natura attraverso la conoscenza, annullando invece i propri desideri. Ecco il perché dell’elogio della Sirena. Perché finalmente si possa essere liberi di contemplarne il piacere della sua bellezza, immaginare quel canto, stavolta demonizzato, slegarsi da quell’albero che altro non è che l’ottica capitalistica della produzione serrata, del materialismo intrinseco che domina noi tutti, facendoci credere di aver raggiunto – come la conoscenza per Ulisse – il fine che in realtà è il mezzo: l’accumulo per il profitto. E il piacere? E la bellezza? E il desiderio? E la natura umana? Eccole dunque, in questa Odissea rivisitata, attraverso la Passione del primo quadro (con cui l’Iliade inizia) con l’ira della Natura (che è anche l’ira degli Dei) fino ad Itaca, quell’Isola da cui si parte e a cui si approda, vero finale di questo meta-racconto-poesia, ma rielaborato sul Mont Saint Michel, simbolo del cristianesimo e di equilibrio tra uomo, Dio e natura. E poi infine Lei, la donna che diventa mito, la vera ricerca del piacere, l’elogio che permette all’uomo/eroe di scoprire sé stesso e il suo desiderio più grande: quello di tornare ad amare. La donna che si fa mito attraverso la Sirena non è più un mezzo per la logica razionale dell’accumulo, ma è essa stessa il fine, che ritorna all’origine del tutto: la passione. L’amore, incarnato nella donna armonizzata con la Natura, fa dell’uomo una entità finalmente libera e consapevole di sé stesso, allontanandolo per sempre dalla ‘gabbia d’acciaio’ e dai limiti della modernità. Quattro momenti che conducono lo spettatore alla contemplazione dell’amore e del mito, vere nemesi del “controllo” e del razionale post-moderno, del dominio della tecnica sulla Natura. L’uomo riconquista così la sua immaginazione, la sua libertà, il suo senso dell’arte e il rapporto con l’Io. E tutto questo non potrebbe dunque accadere, se la donna restasse oscurata, prigioniera dell’ambizione maschile e della storia determinista. L’elogio è il canto della Sirena che ci rende finalmente “esseri” capaci di amare e di sognare, privati di ogni paura razionale, spinti invece dall’irrazionale desiderio di provare sentimenti.
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