Scuola via Trimboli, Tar condanna Comune a pagare l’esproprio
Il
Comune di Milazzo dovrà indennizzare i proprietari dei terreni sui
quali ha realizzato la scuola elementare “Domenico Piraino” di via
Trimboli, nel quartiere San Giovanni.
Il
Tar di Catania ha infatti riconosciuto le ragioni della ditta D’Amico
Rosaria e poi degli eredi Faranda che avevano promosso una causa nei
confronti di palazzo dell’Aquila tendente ad ottenere il risarcimento
dei danni per occupazione illegittima degli immobili.
Il Tribunale amministrativo ha condannato il Comune di Milazzo “a
restituire ai ricorrenti previa riduzione in pristino, l'immobile
occupato e a risarcire il danno per l'occupazione illegittima, ovvero in
alternativa ad acquisire il bene e risarcire il danno derivante
dall'occupazione illegittima”.
A
fronte di tale provvedimento la giunta municipale ha dato incarico agli
uffici di operare una preliminare valutazione dei costi degli immobili e
procedere all’acquisizione degli stessi alla luce “dell’interesse
esistente e in virtù del fatto che l’eventualità di restituzione
dell’opera pubblica deve essere assolutamente scongiurata”.
La vicenda risale all’inizio degli anni ’90 quando l’Amministrazione del
tempo interviene per superare l’annoso problema dei doppi turni nelle
scuole dell’obbligo cittadine. Approfittando della disponibilità di
fondi statali si pianifica la realizzazione di altre tre edifici
scolastici: a Ciantro, a San Pietro (scuola Carrubbaro) e appunto in via
Trimboli nel quartiere di San Giovanni.
E’ il 1992 quando il consiglio comunale approva una delibera per
acquisire proprio nell’odierna via Trimboli “fondi privati
specificamente destinati dal Prg ad edilizia scolastica”, riconoscendo
il vincolo della pubblica utilità. Viene avviata dagli uffici la
procedura, ma poco prima di arrivare alla delibera di esproprio si
verifica un intoppo.
La
direzione lavori dell’opera comunica al Comune la necessità di una
variante al progetto che prevede una maggiore area da espropriare. Per
evitare interruzioni ai lavori viene prodotta anche una scrittura
privata dei proprietari dei terreni che autorizzavano il Comune ad
occupare quell’ulteriore piccola porzione di fondo. I lavori procedono,
la scuola viene ultimata ed inaugurata, viene realizzata persino la
palestra.
Ma tra Comune e privati si apre il contenzioso sulle somme da
corrispondere per l’acquisizione dei terreni. Sostanzialmente i privati
chiedono che a quelle aree venga attribuito un valore maggiore. E poi
c’è il problema della particella aggiuntiva che il Consiglio comunale
non aveva previsto nell’esproprio. Gli uffici comunali comunque
completano le procedure col deposito vincolato della somma di 142
milioni di vecchie lire a titolo di indennizzo.
La
mancata intesa però determina il ricorso al Tar dei D’Amico-Faranda che
non presentano neppure istanza per ottenere i soldi accantonati dal
Comune. Gli anni scorrono veloci sino al pronunciamento dei giudici
amministrativi che tarda ad arrivare ma che quando si materializza
diventa pesante per palazzo dell’Aquila.
comunicato stampa comune di milazzo
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